Un Blog è, innanzitutto, un luogo di discussione, uno spazio in cui alcune idee si spargono nell’etere umano per poi esser dibattute, conosciute, cambiate e metabolizzate in mille, imprevedibili, modi…
Le Comunità Forestali son nient’altro che il mondo biologico che ruota attorno alle mutevoli manifestazioni della foresta e quindi certo le piante, gli animali e gl’innumeri esseri dei regni inferiori che popolano, spesso a nostra insaputa, ogni brano di terra e selva intorno a noi, ma anche, e forse soprattutto, proprio noi uomini e il nostro rapporto con la foresta… Noi persone siamo parte (di sicuro un po’ forestiera da un po’ di tempo a questa parte) con l’universo in gran parte sconosciuto, ma di cui sentiamo un atavico bisogno, che anima ogni selva, da quella più tristemente inurbata alla landa selvaggia dove dimorano ancora, da millenni, esseri ignoti e preziosi.
Le Comunità Forestali sono i pensieri e le azioni che gli uomini concepiscono e attuano ogni giorno su, per e con il bosco e che, come in tutte le questioni dell’esistere, generano punti di vista diversi. Ogni comunità però ha il diritto di espressione libera dei suoi membri come anche il dovere di non imporre alcune idee su altre ma promuovere un dialogo in cui, forse, ogni frammento di ognuno può avere un piccolo elemento di verità da scoprire…
Il TAGLIO del BOSCO – Predazione o curazione?
Una delle principali questioni, da tanti dibattuta quando ci si approccia alla foresta, è proprio quella dei tagli boschivi, percepiti (anche per come sono condotti, ma non solo) da molti soggetti della società come deturpazioni del paesaggio, della Natura, delle risorse di un territorio a favore poi di pochi – i boscaioli – che, a poco prezzo, si appropriano di ciò che fino a un minuto prima erano esseri brulicanti di vita e un minuto dopo giacciono in cataste pronte per esser caricate in camion e portate da mille clienti.
Quel bosco, dove fino a qualche giorno prima, le farfalle volteggiavano fra i fiori primaverili e i sentieri conducevano in percorsi ameni, da oggi è funestato da motoseghe con macchine rombanti che, non di rado, divellono le strade, lasciando spesso, alla fine del “lavoro”, mucchi di ramaglie disperse laddove eran prima distese di petali e fosse dopo il passaggio dei mezzi pesanti con il rischio del dilavamento e del ruscellamento alla prima pioggia.
E per cosa poi? Per 1000 quintali di tocchi di cerro ogni ettaro di bosco che verrà venduta come legna da ardere per un ricavo complessivo che si aggira dai 12 ai 15000euro oppure per produrre il famoso cippato che non è altro che legna macinata che potrà avere destini diversi fra i quali quelli considerati più nefasti, andare ad alimentare le controverse centrali a biomasse del Sud Italia.
Meglio il bosco con le ombre, i silenzi e la Natura che, indisturbata, evolve e manifesta le sue bellezze o la plaga ferita dalle macchine e dagli oli degli ingranaggi con alberi spesso lasciati fra i meno vigorosi e con i sentieri ormai ridotti a piste dove il sole la fa da padrone?
Nella questione taglio/non taglio vi sono molte implicazioni, da quelle più squisitamente emotive a quelle di natura più tecnica in cui si sostiene (dai detrattori dei tagli boschivi) che il governo a ceduo, ad esempio, sia un tipo di gestione del bosco che impoverisce la biodiversità, libera il carbonio immagazzinato e rende il territorio molto più fragile oltre che, a differenza del bosco d’alto fusto, non promuovere un evoluzione dell’uso della risorsa verso utilizzi più duraturi (legname da opera).
Vi sono libri, convegni, dibattiti serrati fra i più alti esponenti tecnici sul tema e la questione è affatto composta o sciolta, forse però anche perché le molte idee diverse contengono (quasi tutte diciamo) ognuna spicchi di verità e forse la “verità più vera” è non avere la “migliore verità”… in quanto si potrebbe anche scoprire che talora i tagli boschivi promuovono la conservazione di specie vegetali e animali di pregio senza i quali sarebbero condannate alla scomparsa, che possono esistere molti modi di tagliare un bosco e che un’economia forestale a filiera corta figlia di una pianificazione scientifica può anche contrastare l’uso delle risorse fossili che hanno ben maggiori impatti sull’ambiente…
…e che, insomma, ben vengano le idee diverse sulla “conservazione” del bosco, meglio se all’interno di un dia-logo in cui ogni parte, oltre a esprimere la propria idea/emozione, ascolta e esplora anche quella delle altre parti in causa.